L’Ordine di Bologna riduce di 35€ la tassa d’iscrizione annuale per tutti gli iscritti
Pubblichiamo l’intervista fatta da Giustizia Caffè all’Avv. Silvia Villa, Tesoriere dell’Ordine degli Avvocati di Bologna (video in fondo alla pagina).
Dall’intervista emergono alcuni dati interessanti che è opportuno esaminare:
In primo luogo si evince che l’Ordine di Bologna, cioè l’Assemblea degli Iscritti, ha approvato il bilancio preventivo per l’anno 2020 in data 17 febbraio 2020.
In secondo luogo, emerge che il Consiglio di Bologna ha sospeso fino al 31 Ottobre 2020 la riscossione della tassa annuale, malgrado avesse approvato il bilancio preventivo già a febbraio.
In terzo luogo si apprende di questa iniziativa di ridurre di 35 € per tutti gli iscritti il contributo di iscrizione annuale .
Non voglio fare dei confronti col Consiglio di Palermo, di cui mi onoro di far parte, ma, a mio avviso, su alcuni aspetti, il Consiglio di Palermo avrebbe dovuto fare scelte diverse da quelle che ha fatto, specie se formalmente ed insistentemente chieste dallo scrivente, come da altri consiglieri.
In primo luogo, avrebbe dovuto trovare un modo di svolgere l’assemblea degli iscritti, se non virtualmente – cosa comunque fattibile in base alle tecnologie -, anche nell’atrio esterno o interno, al fine approvare i bilanci, ed, invece, ci ritroviamo ad Ottobre 2020 senza ancora avere una previsione formalmente approvata.
In secondo luogo, avrebbe dovuto prorogare la sospensione del pagamento del contributo annuale d’iscrizione almeno fino al 31 Ottobre, specie in considerazione della mancata approvazione del bilancio preventivo. Non siamo un Condominio e la quota annuale non è assimilabile agli oneri condominiali, che sono esigibili dall’amministratore solo previa approvazione del bilancio preventivo. Tuttavia, è evidente che vi sia un collegamento tra il bilancio di previsione e il pagamento delle quote annuali. Se siamo in ritardo nell’approvazione del bilancio di previsione (come anche di quello consuntivo 2019 – che si riverbera su quello preventivo 2020), forse è opportuno sospendere i pagamenti delle quote annuali, anche in considerazione dell’epidemia e delle contrazioni reddituali ad essa conseguenti.
In terzo luogo, il fatto più importante, il Consiglio (come esposto nella notizia del 17 luglio 2020) avrebbe dovuto procedere all’esonero, o alla significativa riduzione, del contributo annuale d’iscrizione, quantomeno per coloro che avevano beneficiato del reddito di ultima istanza, costituendo una contraddizione in termini l’applicazione della tassa nei confronti di coloro che hanno avuto forme di assistenza da parte dello Stato per indubbie difficoltà economiche determinate dall’epidemia e dal lockdown.
La richiesta di esonero e di riduzione è stata formalmente sottoposta all’attenzione del Consiglio, specie a seguito della notizia che dal rendiconto 2019 era derivato un tesoretto di circa 350.000 € di sopravvenienze attive.
L’anno precedente, senza alcuna pandemia, il Consiglio aveva deliberato la riduzione della tassa per tutti gli iscritti di 10,00 €.
Quest’anno non solo non è stato praticato alcun esonero nè alcuna riduzione, ma non si è neppure mantenuta la riduzione dei 10,00 €, che, per quanto simbolica, assume, nell’atto della sua revoca, un simbolismo contrario.